La Battaglia di Dulce – Pt. 3

Base_Dulce21Parte 1Segue da Parte 2 – Il Timing era tutto. Con l’X-22 a prendere la prima ondata di CAT-3, corse sopra il deserto a oltre 300 km l’ora con il fondo a meno di 6 metri. Colpirono il porto principale quando, come previsto, atterrò un Lightcraft. CAT-1 e CAT-2 arrivarono sui treni della metropolitana situata alcuni livelli più in basso. CAT-4 stava per colpire con una squadra SEAL attaccando una presa d’acqua. Tutto, però, ruotava intorno al successo di CAT-3 e l’attacco al porto principale di atterraggio, in quanto custodiva anche la principale sala di controllo di sicurezza e dei sistemi d’arma “Sonics” che venivano controllati da lì.

L’X-22 è entrato come previsto, correndo sopra i calanchi a più di 300 Km/h e a meno di 6 metri fuori dalla sabbia. Cinque miglia dietro c’era la principale forza d’assalto in pesanti elicotteri dell’Air Force. I tempi dovevano essere perfetti: in sincrono con il tempestivo arrivo di un grande veicolo discoidale atteso dallo spazio.

Come osservato, il principale porto di sbarco era mimetizzato da proiettori olografici che vennero disattivati. I testimoni hanno detto che Richards portò l’X-22 così vicino all’UFO che lo mancò solo di qualche pollice. Poi l’X-22 girò intorno al lato della navetta per bloccare qualsiasi attacco in arrivo dai principali affusti del porto di sbarco. L’X-22, una volta sparato i suoi razzi Hellfire per distruggere due postazioni mitra blister situate sul lato più vicino del porto, atterrò sul tetto della struttura di controllo della porta principale.

L’attacco è stato da manuale

dulce

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CAT-3 entrò, in 55 secondi, nella torre di controllo per prenderne il pieno controllo. L’X-22 continuò ad utilizzare i suoi razzi e cannoni per rastrellare le armi nemiche presenti nella darsena, finché fecero il loro ingresso gli elicotteri dell’Air Force.

Fu Ted Cochran di San Rafael, CA, pilota d’elicottero e comandante dell’Air Force in Vietnam. Licenziato dall’età di 18 anni come pilota, Cochran servì anche in Europa, dove partecipò al recupero dell’arma termonucleare persa a Palomares, Spagna. In una delle sue ultime missioni in elicottero, prima del suo legale pensionamento dall’USAF, fece parte del team di recupero dell’Apollo 9.

Tornato in California, nel 1972, ottenne un master in comunicazione presso la Stanford University, diventando un regista ben noto. Marinaio, escursionista e aviatore, Cochran combinò le sue vivaci passioni in una carriera che gli permise di condividere le sue avventure con il pubblico del cinema. Il suo film più conosciuto è: L’Isola del Bounty.

All’età di 39 anni, Cochran era nel suo miglior stato di forma e mentale e fu più che ben disposto nell’accettare la richiesta d’aiuto come pilota di elicottero nella Missione Dulce. Il fatto che fosse un amico di lunga data della famiglia Richards, aiutò. Fu uno dei primi nomi ad essere preso in considerazione come pilota.

Fu Cochran a guidare l’elicottero dell’USAF e a farlo atterrare sul pavimento della camera principale dove, le truppe, erano in attesa di copertura per fare il loro ingresso, attraverso una vicina botola passeggeri, in un UFO da rubare.

mark richardsVedendo che un UFO in quel momento stava cercando di scappare, Richards atterrò a tutta velocità nei suoi pressi e, lottando per riprendere il controllo dell’X-22, sparò 4 razzi sul disco volante in fuga mandandolo a sbattere su due navicelle di forma triangolare parcheggiate nella darsena e note per essere letali veicoli da combattimento.

Anche se la squadra denominata CAT-3 si trovava sotto il fuoco pesante di armi nemiche poste nel porto di sbarco, aveva disattivato i principali sistema d’armi soniche dell’intera struttura, permettendo alle altre squadre di attaccare da diverse direzioni e posizioni. I sistemi olografici furono spenti in modo che, le porte d’ingresso, i mandrini e altri sistemi che normalmente erano nascosti alla vista, ora si trovavano completamente esposti.

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Dulce – Livello 13

Un team di sicurezza alieno, intanto, era riuscito a chiudere le porte principali dell’HUB e i prime due uomini del team CAT che tentarono di piazzare dell’esplosivo abbastanza vicino alle enormi porte anti-esplosione per danneggiarle, furono abbattuti dal fuoco nemico. Richards, ai comandi di un X-22 molto danneggiato, da meno di 40 iarde fece partire i suoi razzi rimanenti; l’esplosione fece aprire le porte e carbonizzò gli alieni che si trovavano dall’altra parte per un tratto di 300 metri.

Costretto a spegnere gli ardenti motori dell’X-22, Richards prese il comando di una delle squadre CAT-3 e portò l’attacco attraverso l’entrata ancora fumante dell’HUB centrale, insieme alle altre squadre che attaccavano da altre direzioni.

L’impianto a più livelli di Dulce, con il suo hub centrale che veniva controllato da una vasta forza di sicurezza di base, si è dimostrato di gran lunga più ampio e complesso di quanto la forza umana era pronta ad affrontare nel piano originario. Fonti informatiche come Thomas Costello, avevano pass che non gli permettevano di conoscere la piena portata della struttura di Dulce. Il suo pass ULTRA-7 gli aveva concesso la conoscenza di soli 7 (noti) sotto livelli, ma ce n’erano di più. C’era un ulteriore e vasta rete di collegamenti navetta sotto quella prevista che si estendeva in una rete globale, la quale, non era stata segnalata e dalla quale venivano rapidamente schierate forze di sicurezza aggiuntive, anche queste, non previste.

In un rapporto presentato all’inizio del 1980, che una serie di fonti CIA ritengono sia stato scritto dal Generale di Brigata Aderholt, l’autore afferma:

“Quello che quei giovani fecero non fu niente meno che leggenda. Contro numeri e tecnologia schiaccianti, combatterono dal Livello 1 (contenente garage con gli UFO), fin giù nelle viscere della base nemica. Alcune squadre CAT conquistarono i porti del Livello 2, fondamentali per il successo della missione, in quanto, tunnel navette e aree di manutenzione UFO avrebbero permesso ai rinforzi nemici di entrare; intanto la forza principale andò avanti verso il Livello 6 e la “Nightmare Hall”, con l’obbiettivo di salvare le migliaia di vittime umane tenute lì prigioniere”.

Non erano pronti per quello che avrebbero trovato nel Livello 6. Le relazioni parlavano di esseri umani in gabbie (e vasche) e di creature simili a pipistrelli umanoidi, 2 metri alti e multi armati (multi arti). Gli alieni avevano imparato molto sulla genetica, cose sia utili che spaventose. E la maggior parte erano state apprese al prezzo della sofferenza e della vita umana.

Il Capitano Leathers raggiunse prima il Livello 7, fece saltare l’ingresso dell’HUB principale e neutralizzò, in meno di 45 secondi, la forza di sicurezza. Entrando nella stazione di sicurezza, realizzò l’entità della struttura per la prima volta: trovò i sistemi per la sorveglianza e controllo, rendendosi conto della presenza di oltre 30.000 prigionieri solo su quel livello.

La relazione del Capitano Leathers riporta:

“Ho guardato oltre le immagini olografiche e ho visto scene di orrore che sono impossibili da esprimere a parole. Era uno zoo di esseri umani in vari stati di salute e condizione mentale. Vedendo in quel momento le immagini di giovani donne torturate, quello a cui pensavo erano solo le mie figlie. Poi raccolsi il mio coraggio e diedi l’ordine di andare avanti e liberare il maggior numero di vittime possibile”.

Mentre il piano originario della missione prevedeva che le squadre distruggessero gran parte della struttura e più nemici che potevano, e ritirare in meno di mezz’ora, l’introduzione di così tante vittime umane aggiunse una nuova dimensione all’attacco. Mentre nessuno degli ufficiali in carica ammise di aver dato l’ordine, le comunicazioni radio registrate ed i testimoni oculari, sembrano suggerire che Aderholt, come il numero delle vittime “salvabili” divenne più evidente, permise al giovane Richards di cambiare in corsa l’obbiettivo della missione.

Nel rapporto del Capitano Leathers si legge:

“Non avevamo scelta. Non potevamo lasciare quelle povere ragazze dietro vive. Sapevamo che qualsiasi di esse non avremmo fatto evacuare, sarebbero morte. Il nostro problema era semplicemente nei numeri. Migliaia di alieni che cercano di ucciderci. Migliaia di femmine umane che gridano aiuto. Altre migliaia che sappiamo di dover lasciarci alle spalle. Migliaia di truppe nemiche che iniziano ad arrivare sui treni della metropolitana. Semplicemente non eravamo stati istituiti per un’evacuazione di massa. Il subtube (tubo sotterraneo nel quale viaggiano i treni ad alta velocità) verso New York e quello verso il Messico, sembrava che fossero ancora aperti, così abbiamo iniziato a caricare le ragazze sui treni della metropolitana e le abbiamo tirate fuori non appena abbiamo capito che le nostre forze avevano il controllo delle stazioni alle altre estremità. CAT-4 ha ricevuto un vero e proprio pestaggio mentre lottavano per evitare che i rinforzi alieni entrassero nella stazione principale del subtube. Non c’è dubbio che abbiamo alloggiato nella struttura troppo a lungo, ma era molto difficile lasciarci quelle povere ragazze dietro. Sapevamo che tutte quelle che non fossimo riusciti a far salire sui treni sarebbero presto morte”.

roosa mitchellEsattamente un’ora dopo che l’X-22 aveva attaccato l’ingresso principale del porto, Aderholt ordinò il ritiro completo. David Griggs e R.E. McNair erano ormai riusciti a rubare due velivoli alieni: un disco volante e uno di forma triangolare altamente avanzato. Roosa (a destra) era riuscito a ottenere un enorme disco-navetta di carico, in cui, oltre 3.600 ragazze umane erano state caricate e portate in una base sicura.

onizukaIl Tenente Colonnello E.S. Onizuka (a sinistra), che aveva guidato l’attacco ai filtri dell’aria della base, riuscì a riparare i danni del X-22 prima di prendere il comando di una caccia alieno di forma triangolare usato per dare fuoco di copertura a Richards che si ritirava insieme alle ultime delle femmine salvate e ai sopravvissuti delle squadre CAT-3 e CAT-4. Questo diede a Richards il tempo di raggiungere e riavviare l’X-22.

Quasi sopraffatti, i combattenti umani nell’X-22, probabilmente, sarebbero saltati in aria se in quel momento molti Battlecraft non sarebbero sfrecciati sulla struttura portuale e non avrebbero fatto fuoco contro gli alieni rimasti.

Mentre possiamo solo immaginare le ragioni di quest’improvviso aiuto, è stato allungo riferito che l’Olandese, e suo figlio Mark, ebbero molti contatti off-mondo discutibili. Come riferito da alcune testimonianze, un Battlecraft aveva sulle ali dei simboli che gli esperti umani del campo Ufologico suggeriscono appartenessero a qualcosa di simile a un ‘principe’ di una ‘casa reale’. In ogni caso, i Battlecraft rettili combatterono dalla parte degli umani (anzi, due di loro furono persi in battaglia), dando all’X-22, al caccia-craft di Onizuka e agli ultimi due elicotteri rimasti, la possibilità di fuggire.

72 minuti e 14 secondi dopo che l’attacco avesse avuto inizio, l’X-22 e i Battlecraft rettili con i simboli principeschi sulle ali, fecero esplodere decine di set di bombe, facendo saltare in aria gli UFO nemici; 35 secondi dopo cancellarono le porte, il CED e ogni forma di vita – aliena e umana – presente all’interno della struttura, attraverso la demolecolarizzazione a livello subatomico. Solo pochi nei livelli più bassi, fortemente schermati, sono sopravvissuti.

Le sopravvissute umane furono portate in diverse top basi militari segrete dove vennero “deprogrammate” e “riabilitate” e lentamente immesse nella società prive di qualsiasi ricordo di ciò che avevano sofferto.

Come il misterioso “Comandante X” ha dichiarato:

dulce tunnels“Dalla mia attività d’intelligence all’interno delle forze armate, posso dire con tutta certezza che uno dei motivi principali per il quale il pubblico è stato mantenuto nel buio più totale riguardo la realtà aliena, è che la verità esiste realmente troppo vicino casa per non fare nulla. Come può un portavoce del Pentagono ammettere che cinque o dieci mila piedi sotto terra si trova un intero mondo alieno in una struttura che credo abbiamo avuto per secoli? I ‘Grigi’ o ‘EBE’ hanno stabilito una fortezza che si estende in altre parti degli Stati Uniti per via di un vasto sistema di tunnel sotterranei praticamente esistenti da prima che la storia venisse documentata”.

Tutti gli uomini coinvolti in una qualsiasi delle squadre di attacco, o erano ‘mindwiped’ (controllati mentalmente) o giurarono di mantenere il segreto, pena la morte. Gli ufficiali responsabili della missione sono stati visti come eroi da molti dei politici che presero il controllo di Washington nel 1981; la maggior parte erano protetti dal cambio dell’élite politica. Molti di coloro che hanno avuto o apertamente sostenuto la causa aliena, o ne avevano approfittato in un modo o nell’altro, sono stati costretti a ritirarsi dalla loro posizione per quasi dieci anni. Solo quando George Bush padre divenne presidente gli alieni sono stati in grado di tornare, e solo in numeri molto più piccoli.

La battaglia di Dulce ha concluso la speranza aliena di utilizzare la Terra come carro armato d’allevamento di una sottospecie, o per la loro presa in consegna del pianeta in qualsiasi momento, in un prossimo futuro. Mentre i Grigi hanno riavviato un programma di allevamento nel 1993, e alcuni dei livelli più bassi di Dulce sono stati riaperti nel 1998, i numeri ora sono in decine o centinaia piuttosto che in migliaia. Attualmente, lo USAF Space Command tiene traccia di qualsiasi UFO alieno, e la capacità di reagire e attaccare un nemico di un altro mondo in qualsiasi momento, con risultati drammatici.

PLAYERS

  • BRIGADIER GENERAL H.C. ADERHOLT: Mission Commander.
  • COLONEL CHARLES BECKWITH: Commander of Delta Force and CAT-1.
  • J.V. CHAMBERS: Engineer for Bechtel.
  • WILLIAM COOPER: Intelligence Officer.
  • COLONEL R.H.C. DONLON: Commander CAT-4.
  • DAVID GRIGGS: Astronaut, liberated UFO.
  • COMMAND SGT. MAJOR E.L. HANEY: Delta Force Commander/Writer
  • GENERAL R.T. HERRES: Commander of USAF Communications at Scott Air Force Base, Ill.
  • KARL GORDON HENIZE: Organized mission flight teams.
  • GENERAL D.C. JONES: Chairman Joint Chiefs of Staff.
  • CAPTAIN W.R. LEATHERS: Commander CAT-2.
  • R.E. McNAIR: Laser expert, liberated UFO.
  • LIEUTENANT COLONEL E.S. ONIZUKA: Commander of FAT, liberated UFO.
  • ROSS PEROT: Helped to fund the mission.
  • MAJOR E.L. RICHARDS, JR.: ‘The Dutchman’ – Commander of the Dulce Mission, Head of I.S.
  • CAPTAIN M. RICHARDS: Commander of CAT-3.
  • COLONEL S.A. ROOSA: Commander MAT.
  • EDWIN WILSON: Helped to fund the mission.

TERMS

  • CAT = Combat Assault Team.
  • FAT = Filter Attack Team.
  • MAT = Material Acquisition Team.
  • IS = International Security
  • VAT = Victim Assistance Team.
  • CUT = Clean up Team.

source


In che modo possiamo ringraziare questi uomini? Vi dico solo che Mark Richards è in carcere accusato di un crimine che non ha commesso. Questo è il suo sito: http://www.dragonhillbooks.com/project_freedom.html

 

3 thoughts on “La Battaglia di Dulce – Pt. 3

  1. Sono andato sul link che hai messo e c’è scritto che è in galera dal 1982 per 30 anni… Quindi ora dovrebbe essere uscito di prigione da almeno 3 anni chissà cosa stara facendo ora…

    • Il problema è proprio questo: nonostante abbia scontato 30 anni di carcere da innocente, ancora non viene rilasciato, e probabilmente non lo sarà mai.

      Ciao PtD 🙂

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