L’Italia è in Guerra

Al grido “ce lo chiede il Paese” viene smantellata la Costituzione democratica. Io personalmente non ricordo di aver firmato petizioni in tal senso. Se qualcuno lo avesse fatto, lo prego di segnalarmelo, giusto per fare una proiezione statistica.

costituzioneNon mi soffermerò sulla deprecabile scelta di imporre la seduta fiume su una riforma costituzionale. Di quella ne hanno parlato i giornali (più o meno), anche se non so in quanti hanno riportato che la “seduta fiume” non era mai stata imposta sulle riforme costituzionali, che, al contrario, necessitano di riflessione, ponderazione e riverenziale attenzione. Si parla della Costituzione! Della base della nostra democrazia.

Non mi soffermerò su “ghigliottine”, “tagliole” e “canguri”. Pure di questo hanno parlato i giornali (più o meno), anche se non so in quanti hanno riportato l’illegittimità di tali strumenti. La Costituzione (ormai inapplicata da questo Governo antidemocratico con a capo un pazzo scriteriato ormai in preda al delirio di onnipotenza e dai suoi lustrascarpe) dice:

Articolo 72
– Ogni disegno di legge, presentato ad una Camera è, secondo le norme del suo regolamento, esaminato da una Commissione e poi dalla Camera stessa, che l’approva articolo per articolo e con votazione finale.
– Il regolamento stabilisce procedimenti abbreviati per i disegni di legge dei quali è dichiarata l’urgenza.
– Può altresì stabilire in quali casi e forme l’esame e l’approvazione dei disegni di legge sono deferiti a Commissioni, anche permanenti, composte in modo da rispecchiare la proporzione dei gruppi parlamentari. Anche in tali casi, fino al momento della sua approvazione definitiva, il disegno di legge è rimesso alla Camera, se il Governo o un decimo dei componenti della Camera o un quinto della Commissione richiedono che sia discusso e votato dalla Camera stessa oppure che sia sottoposto alla sua approvazione finale con sole dichiarazioni di voto. Il regolamento determina le forme di pubblicità dei lavori delle Commissioni.
La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi.

No. Non mi soffermerò su questo. Mi soffermo su ciò che sta accadendo mentre va in onda Sanremo e piuttosto che raccontarlo, preferisco mettere in sequenza una serie di avvenimenti (ben documentabili).

Chissà che con le figurine e gli schemini, gli italiani capiscano che mentre va in onda Sanremo su RAI1, l’Italia ha finito di essere un Paese democratico!

Cominciamo da qui:

Riccardo Fraccaro chiede alla Presidente Boldrini (la terza carica dello Stato, non dimentichiamolo) se non sia il caso di far uscire il Presidente del Consiglio dall’emiciclo.

“Renzi è venuto in Aula come un dittatore per imporre ai suoi tirapiedi di approvare una controriforma che stravolge la Costituzione!”

Ovviamente la Boldrini da buon stuoino per le scarpe di Matteo Renzi risponde che il Presidente del Consiglio “ha il diritto” di stare dove è.

E no, carissima Presidente. La sua risposta denota che la sua unica aspirazione è far da zerbino per il nuovo dittatore. Perfino Walter Tocci – prima che anche lui si stendesse ai piedi di Matteo Renzi, ovviamente – in assemblea PD del 14 Giugno 2014 ebbe a dire:

Nell’Assemblea costituente quando si passò agli articoli il grande Piero Calamandrei chiese ai ministri di uscire dall’aula. E le tensioni della guerra fredda appena iniziate non impedirono il confronto tra i padri costituenti. Noi non siamo Calamandrei e tu non sei ancora De Gasperi, anche se ti auguro di diventarlo. Siamo tutti nani in confronto di quei giganti che portarono a compimento la più grande opera dello spirito italiano nel Novecento, con lo stesso splendore della Cappella Sistina nel Rinascimento e della Divina Commedia nella civiltà medioevale.

Il riferimento è alla celebre affermazione con cui Piero Calamandrei fece uscire dall’Aula l’intero Governo, quando si iniziò a parlare di Costituzione1

Ma nella preparazione della Costituzione il governo non ha alcuna ingerenza: il governo può esercitare per delega il potere legislativo ordinario, ma, nel campo del potere costituente, non può avere alcuna iniziativa neanche preparatoria. Quando l’assemblea discuterà pubblicamente la nuova Costituzione, i banchi del governo dovranno essere vuoti; estraneo del pari deve rimanere il governo alla formulazione del progetto, se si vuole che questo scaturisca interamente dalla libera determinazione dell’assemblea sovrana.

Quindi NO!, carissima Presidente. Il Presidente del Consiglio (specie in quanto non deputato) può, semmai, stare in piccionaia tale e quale qualsiasi altro semplice cittadino che assiste alla seduta pubblica.

Cosa ha implicato, infatti, la presenza di Matteo Renzi al centro dell’emiciclo?

Dice la Castiello:

Sembrava un bullo. Ci ha detto “Continuate così e pure Berlusconi finisce nel burrone”. Ribatte Picchi: “Sembra un messaggio mafioso”. E quando la Castiello gli ricorda che si voterebbe col “Consultellum”, Renzi avrebbe risposto: “Bene, faccio pulizia nel mio partito e vinco. Ho con me le TV e gli elettori”. Dopo pochi attimi Cosimo Latronico gli dice di sedersi e Renzi lo ha fissato con aria di scherno aggiungendo “Latronico stai attento”.

Poi penserete: “Per cambiare la costituzione ci vorrà una larga maggioranza”.

Una maggioranza, eh? Le votazioni si sono svolte fra pochi intimi:

293pigiabottoniSolo 293 presenti!!

Qualcuno potrebbe chiedersi “E il numero legale? Se la Camera è composta da 630 deputati, non dovrebbero essere presenti almeno in 316?

Certo che si, il trucco c’è e si vede. La “maggioranza” ha messo in missione molti deputati. Per il regolamento della Camera, il deputato in missione abbassa il quorum in quanto computato come presente ai fini del numero legale.

Ci si chiederà, beh, ma allora il PD ha perso tutti questi voti dei suoi parlamentari?

No, perché da un canto in missione per abbassare il quorum, dall’altro in aula a votare.

Eclatante il caso del sottosegretario Scalfarotto:

La deputata M5S Maria Edera Spadoni spiega su Facebook: “Dall’aula vi informo che il collega Scalfarotto, sottosegretario di Stato, risulta in missione, quindi non presente in aula. Nel contempo sta dando, in aula, i pareri del governo sulle riforme costituzionali. Potere dell’ubiquità. Devo chiedere delucidazioni in merito“.

Poi infatti, sono numerosi i deputati 5 stelle – ai quali si sono aggiunti anche quelli del Carroccio – che chiedono spiegazioni e la convocazione di una giunta per il regolamento per discutere della questione. Ma la presidente di turno, Marina Sereni, non ha accolto la richiesta.

In buona sostanza, se ci sono – poniamo – 100 deputati in missione, è come se la Camera fosse costituita da 530 deputati anziché 630. Sicché il numero legale scende a 216. Se poi quegli stessi deputati sono anche in aula a votare, è sufficiente la presenza di altri 116 parlamentari per sventrare la Costituzione.

Tratto da un articolo di Stefano Ali (ilcappellopensatore)

E COSI’ FU. LA COSTITUZIONE NON C’È PIU’.
ADESSO SIAMO DAVVERO IN GUERRA.

http://adessobasta-blog.blogspot.it/2015/02/siete-pregati-di-far-leggere-tutti.html

One thought on “L’Italia è in Guerra

  1. Non dimentichiamo l’imu &Co. che se non ricordo male secondo l’art. 53 non si “POTREBBE TASSARE IL BENE CHE NON DA REDDITO” (prima casa)

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