Matteo Renzi, il terzo premier golpista delle Brigate Rothschild

Il Segretario Nazionale di Forza Nuova, Roberto Fiore in merito al rapido evolversi della situazione politica italiana e a poche ore dall’incarico dato a Matteo Renzi per formare un nuovo governo comunica:
“Ora dopo ora cominciano ad emergere particolari a dir poco agghiaccianti che spiegherebbero la rapida ascesa di Matteo Renzi verso le più alte cariche dello stato.”

Una ascesa caratterizzata da amicizie con personaggi imbarazzanti del gotha politico-finanziario internazionale, da rapporti ambigui con uomini espressione di potenze straniere, da appropriazioni di fondi che hanno destato più di un sospetto anche all’interno del suo stesso partito.

É ora chiaro il motivo per cui Matteo Renzi fin dal lontano 2007 frequenta con sempre maggiore insistenza Michael Ledeen, consulente strategico per la Cia e per la Casa Bianca. Un oscuro signore protagonista di colpi di stato, coinvolto nella strage di Bologna, teorico di tutte le guerre nel medio oriente nonché interprete simultaneo della telefonata fra Craxi e Reagan a Sigonella dove lo stesso cambio’ le parole di Reagan facendo rischiare volutamente lo scontro a fuoco fra militari italiani e americani.

Per l’ economia invece Renzi si affida a Yoram Gutgeld deputato PD con cittadinanza israeliana a Marco Carrai, che ha addirittura propri interessi in Israele, cosi come Marco Bernabè anche lui legato a Tel Aviv, attraverso il fondo speculativo Wadi Ventures.

renzi

Viste le discutibili e unidirezionali amicizie del futuro presidente del consiglio italiano,si capisce il motivo per cui una denuncia chiara e circostanziata di un vecchio comunista, come Ugo Sposetti, attuale tesoriere del PD, secondo cui “ dietro i finanziamenti milionari a Renzi c’è Israele e la destra americana” è rimasta inascoltata.

Ciò che comincia ad emergere con sempre più determinazione è una verità alquanto allarmante: Matteo Renzi è l’uomo imposto dai poteri forti internazionali, dalla destra repubblicana neocon, da Israele, dall’Arabia Saudita, Morgan Stanley, Mediobanca, De Benedetti e Caltagirone.

Una pedina manovrabile e dipendente, priva di autonomia, non interessato a difendere gli interessi nazionali ma pronto a rispondere positivamente e con entusiasmo a qualsiasi porcheria proveniente dalla Casa Bianca o da Tel Aviv come per esempio, un attacco militare alla Siria di Assad.

Per quanto riguarda le politiche sociale attendiamoci un ulteriore selvaggio attacco allo Stato Sociale ed alle fasce piu’ deboli. Qui non abbiamo a che fare piu’ con i vecchi padroni delle ferriere ma con i moderni affamatori di popoli, quelli della finanza creativa per pochi e distruttiva per molti.

Fonte

E’ la più grande banca privata del mondo: UBS, Unione Banca Svizzere. Un’assoluta autorità mondiale, un gruppo finanziario tra i più importanti del pianeta. Non nuovo a influenzare la politica: sua la famosa bufala sull’uscita dall’euro della Grecia, che “costerebbe 11 mila euro per ogni europeo”. Neanche a comprarsela, la Grecia.

ABBIAMO CAPITO CHE STAI COSI' CON UBS

ABBIAMO CAPITO CHE STAI COSI’ CON UBS

Stavolta, il documento che anche noi segnaliamo risale allo scorso 7 Gennaio 2014, e si chiama Outlook 2014 sullo stato dell’economia dell’Eurozona (lo trovate qui. Un documento che pesa.

Ebbene, a pagina 4 di tale documento potete leggere:

(…) Tuttavia, la Grecia può
 godere di una quota generosa dei fondi di coesione dell’Unione europea, in modo che il 
la sua economia dovrebbe essere in grado di crescere nel 2014.
In Italia, invece, a meno che Matteo Renzi riesca a modificare sostanzialmente il percorso delle riforme, il più importante dei paesi periferici, 
ci sarà probabilmente meno spazio di manovra per negoziare il suo bilancio 2015 
con la Commissione europea.

E a pagina 10:

(…) Questa paralisi porterà probabilmente a una maggior 
pressione da parte della Commissione europea sul governo per la riduzione del rapporto debito-PIL al 60%, che sarà probabilmente limiterà il margine di manovra almeno per il bilancio 2015, a meno che Matteo 
Renzi non riesca a modificare il percorso di riforma.

Il 7 Gennaio scorso al governo c’era Enrico Letta. Di Matteo Renzi premier non si parlava proprio, anche se il sindaco di Firenze, appena eletto segretario, già si organizzava per la legge elettorale e il job act. E proprio il 7 Gennaio era a pranzo con… Mario Monti!

Impossibile pensare ad un errore, o a confusione: al di là dell’autorevolezza della pubblicazione, redatta con la dovuta attenzione visto il peso internazionale, un errore non si ripete per due volte in due pagine diverse.

Questo Outlook, inoltre, non è un documento riservato a pochi adepti di chissà quale setta: è disponibile online, chiunque può scaricarlo e leggerlo. Viene il dubbio che non si siano curati di scrivere quel nome ufficialmente con tanto anticipo, o addirittura sia stato fatto deliberatamente.

VE LO DICONO IN TUTTI I MODI E VOI PROPRIO NON VOLETE CREDERCI :)

VE LO DICONO IN TUTTI I MODI E VOI PROPRIO NON VOLETE CREDERCI 🙂

D’altronde, il nome di Matteo Renzi ricorre entrambe le volte con una chiara frase accompagnatoria: “a meno che Matteo Renzi non riesca a modificare il percorso delle riforme“. Ecco, probabilmente proprio questo è il punto. Una promessa, e contemporaneamente una richiesta da parte dei gruppi finanziari: vuoi diventare premier? Ebbene, devi garantire che le famigerate riforme vengano fatte. Te lo diciamo in faccia, nero su bianco, che ti sosteniamo a questo prezzo.

E noi cittadini? Non ne sappiamo nulla. Anzi sì, almeno una cosa la sappiamo: che probabilmente Renzi obbedirà.

Qui di seguito la denuncia del M5S in aula al Senato

Fonte

Renzi: Le banche sapevano della nomina già dal mese di gennaio

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